Un insolito itinerario tra Pecetto e Revigliasco dove, tra storie curiose e poco conosciute, ville e ristoranti della collina torinese raccontano di personaggi storici e vicende strane
La collina torinese è ricca di stupefacenti sorprese. Accanto alle ville blasonate e citate sulle guide turistiche, esiste un gran numero di edifici che racchiudono storie pubbliche e private che stimolano la fantasia, come quelle a Pecetto e Revigliasco, destinazioni ideali anche per apprezzare i sapori della cucina tradizionale piemontese.
Pecetto: non solo ciliegie
Nota soprattutto per la produzione di ciliegie, Pecetto è stata fino ai primi del Novecento uno dei luoghi preferiti la villeggiatura, perché i suoi 400 metri d’altezza assicurava freschezza e salubrità.
Per questo la zona è punteggiata di ville abitate in passato da personaggi importanti della storia e della cultura di Torino, che, pur avendo cambiato più volte negli anni proprietà e destinazione, fanno parte della storia comune della città.
Come ad esempio Villa Mogna, residenza del sindaco Mario Mogna, un avvocato amico di Giovanni Giolitti, che fu il promotore, dopo un’ondata di filossera che distrusse molti dei vigneti della collina, della coltivazione delle ciliegie in questa zona.
Silvio Pellico, invece, frequentava volentieri Villa Talucchi-Pallavicini, che fino al 1802 era un Monastero per le Monache Cistercensi di Chieri. Nel parco della villa, che ospita un cedro del Libano di più di 500 anni, Pellico incontrava Gegia, la donna di cui era innamorato, che trascorreva qui la villeggiatura con la cugina Carlotta Marchionni, attrice teatrale, interprete delle tragedie di Vittorio Alfieri e Silvio Pellico, appunto.
Un altro personaggio storico di casa a Pecetto fu Costantino Nigra, il segretario di Cavour, che ricevette in dote dalla moglie quella che, dopo essere stata Villa Nigra, oggi si chiama Villa Sacro Cuore. Qui il poeta e diplomatico ricevette molti personaggi d’alto rango, tra cui, oltre a Cavour ovviamente, la Contessa di Castiglione.
Con queste premesse… “storiche”, il ristorante dove andare a mangiare, è “La ciliegia d’oro”, che nella metà dell’Ottocento era la trattoria-albergo “Pourvenir”, dove si incontravano spesso Vittorio Emanuele II e Cavour, per discutere di cose di governo lontano dalle sedi istituzionali ma anche, e soprattutto forse, per mangiare i piatti della cucina piemontese preparati da Anin Diano Busso.
Ancora oggi la cucina rispetta la tradizione e si apre alle novità proponendo il carosello di 99 tipi pasta fresca, tutti conditi con sughi diversi.
Ancora Silvio Pellico…
Ma tornando alle ville, appena sopra Moncalieri troviamo Villa Barolo, dove Silvio Pellico (ancora lui!) trascorse i suoi ultimi anni di vita. Fatta costruire dalla famiglia Falletti di Barolo in tipico barocco piemontese, la villa è circondata da un grande giardino progettato dall’architetto Russel Pageil.
Una piccola deviazione da strada Revigliasco, Strada San Michele, porta a Villa Cardinala, una delle ultime opere dell’architetto Bernardo Vittone uno dei maggiori esponenti del barocco piemontese. Affiancata alla tenuta, che nel Settecento divenne la più ampia di Moncalieri, è ancora visibile una cappella barocca,
A Revigliasco infine, segnaliamo Villa Lambda, che nel 1996 fu teatro dell’omicidio di Eleonora Lancia, figlia di Vincenzo, il fondatore della Casa automobilistica. Fu la figlia, in preda ad una forte crisi depressiva ad accoltellare la madre, ma la vicenda non fu mai chiarita del tutto.
Chiaro e luminoso è invece il panorama che si gode dal Ristorante Cà Mentin, sempre a Revigliasco, dove lo chef Enzo Gola chiacchiera volentieri con i clienti raccontando della sua cucina e della sua cantina.
Fondato nel 2013 ristrutturando la casa del nonno Mentin, è uno dei ristoranti che propongono piatti tipici piemontesi all’interno di una cucina di ricerca senza eccessi sperimentali. Eccellenze piemontesi anche per la cantina con oltre 900 etichette di vini pregiati o di giovani produttori di Barolo, Barbaresco, Barbera.
Un indirizzo prezioso per mangiare tartufo a pochi passi dalla città immersi però nella natura della collina torinese, in un ambiente romantico, con caminetto in inverno e dehors estivo.